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Trovano qui collocazione alcuni dei frammenti del monumentale tabernacolo eretto da Federico di Filippo di Ubaldo da Firenze per la cappella del SS.mo Sacramento con la collaborazione del decoratore romano Salvato di Girolamo Pirozi fra il 1509 ed il 1512.

A questo maestoso monumento appartenevano, come già annotato, le quattro statue ad altorilievo raffiguranti il re David, il profeta Isaia, Santa Barbara patrona di Rieti e San Giovanni Battista attualmente murate presso il Battistero di San Giovanni in Fonte, il delicato Bambino Gesù con la sfera-mondo della cappella di Sant’Ignazio ed il paliotto raffigurante il Risorto che si leva dal sepolcro disposto presso il Coro d’Inverno in duomo.

Le due testine di Serafini, incluse in lunette simmetriche, dovevano coronare in alto il monumento, mentre la lastra che presenta al centro l’Ostia raggiata costituiva l’elemento di raccordo fra la base in cui era disposto il paliotto e la mensa sui cui lati erano sovrapposte in due ordini le immagini di Santi e Profeti che impaginavano il tabernacolo.

Pur essendo unanimemente riconosciuto pregevole per esecuzione, il tabernacolo presentava però difficoltà nell’utilizzo: il suo sviluppo in verticale imponeva infatti all’officiante di arrampicarsi quasi sulla mensa per poter accedere al tabernacolo. Già il vescovo Marco Antonio Amulio (1563-1570) nel 1566 aveva cercato di ovviare all’increscioso inconveniente suggerendo che il tabernacolo fosse affiancato da una scala. Nel 1605, la Compagnia del SS.mo Sacramento decise di disfarsi dell’ingombrante monumento marmoreo, sostituendolo con il tabernacolo in legno intarsiato realizzato da Bernardino Nucci e Girolamo Calcina, con la collaborazione dei doratori Paolo Santilli, Giovanni Battista Matteucci, Pirro Conti.

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Cuspidi con testine d’angeli e lastra con simbologia eucaristica
Marmo
Sec. XVI
Tabernacolo di Federico di Filippo di Ubaldo da Firenze