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Le opere
Gli interventi di recupero
Gli interventi di restauro

Consacrata il 9 settembre 1225 da papa Onorio III con il titolo di Santa Maria Madre di Dio, la Cattedrale di Rieti comunemente detta dell’Assunta mantiene pressoché integra la sobria struttura romanica, movimentata nella parete esterna a settentrione dalla massa delle cappelle che nel corso dei secoli si sono affiancate alla navata a cornu Epistulae.

La facciata vanta il prezioso portale marmoreo dai caratteristici rilievi fitomorfi e zoomorfi.

Intorno alla metà del XV secolo, per volontà del vescovo Capranica fu eretto un arioso portico a collegare alla Cattedrale il battistero e la torre campanaria.

L’interno, dominato dal bel ciborio ottocentesco che si leva sull’altare maggiore dove sono custodite le reliquie della patrona Santa Barbara, si articola nell’ampia e maestosa navata centrale e nelle navate laterali che danno accesso a nove ricche cappelle, autentici scrigni d’arte sacra, che testimoniano l’adeguamento degli ambienti alle norme post-tridentine ed al variare del gusto e degli stili, dalla raffinatezza rinascimentale della luminosa pittura di Antoniazzo Romano e di suo figlio Marcantonio e della plastica di Federico di Filippo di Ubaldo da Firenze, al manierismo di Ascanio e Vincenzo Manenti, ai fasti barocchi della cappella di Santa Barbara progettata dal Bernini, fino alla sobrietà neoclassica di Giuseppe Valadier.

L’abside, ricostruita nei primi anni del XIX secolo dopo che un terremoto aveva lesionato la preesistente, è decorata a fresco con le Solennità della Vergine, opera giovanile del bellunese Pietro Paoletti (1828).

Il transetto è impreziosito dalle cappelle del Santissimo Sacramento e della Madonna del Popolo.