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Unitamente alla colonna di granito grigio che sostiene gli archi del lato settentrionale del portico raccordante il corpo della cattedrale con la torre campanaria ed il battistero di San Giovanni in Fonte, la lastra marmorea che reca memoria della sepoltura dei Santi Anzia ed Eleuterio proviene dall’antica basilica eretta nel XII secolo nel luogo del loro martirio.

La basilica paleocristiana, documentata da papa Gregorio Magno, fu gravemente lesionata al tempo dell’invasione longobarda alla fine del VI sec. e ricostruita nel 1198.

Nel 1562, le reliquie dei Santi martiri vennero trafugate da ladri, alla ricerca del tesoro: furono recuperate e solennemente traslate in cattedrale, il 12 aprile di quell’anno.

Da allora in poi, il culto dei martiri Anzia ed Eleuterio fu costante presso la cappella del SS.mo Crocifisso, dove nel 1586 fu collocata la tela opera del pittore aquilano Tobia Cicchini.

Nel 1824, nel corso di una campagna di scavi guidata dall’erudito Angelo Maria Ricci fu ritrovata nei pressi della basilica la lastra con l’iscrizione:

R. S. COR. ELEUTHERII ET ANTHIAE MATRIS EI

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Epigrafe dalla sepoltura dei SS. Martiri Eleuterio ed Anzia
Marmo
Sec. XI
Basilica dei SS. Martiri Eleuterio ed Anzia